Energy community: se non ora, quando?

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Le energy community sono una necessità, un’urgenza di oggi, non uno scenario utopistico. È una possibilità reale che, recependo la direttiva europea del 2018, crea la consapevolezza diffusa sul ruolo chiave che questo modello energetico ricoprirà d’ora in poi.

Soffermiamoci un attimo a considerare due parole molto usate nel nostro linguaggio quotidiano che vorrei applicare alla situazione così particolare che oggi stiamo tutti vivendo: urgenza e tempestività.

Il concetto di urgenza è familiare a tutti e credo si applichi anche alla situazione odierna: “condizione di necessità immediata”, che richiede attenzione qui ed ora. Si applica in contesti di crisi, come può essere un incidente o un evento climatico, in ambito ospedaliero, o amministrativo, ma poi si dirama a cascata anche nelle situazioni quotidiane, di dimensione più contenuta o domestica. Forse quest’uso giornaliero della parola l’ha privata di quel senso di inquietudine e rispetto che merita. Anche la situazione climatica ed energetica mondiale è un’urgenza, così come gli interventi necessari per correre ai ripari. Non possiamo pensare che sia solo un modo di dire. Le energy community sono, di fatto, una risposta efficace a questa necessità immediata, quindi un’urgenza. E qui lego la seconda parola: tempestività, intesa come l’agire nel momento più opportuno. Quel momento è ora e bisogna agire con sollecitudine e rapidità, concetti che si legano a uno degli altri significati di urgenza.

 

Dal Milleproroghe al Superbonus: dov’è la tempestività?

È il momento di agire quindi. La discussione intavolata nel 2019 è giunta a compimento il 1°marzo 2020: le energy community sono il cambiamento del presente, non più un futuro utopico. Finalmente: fatto il fotovoltaico, ora bisogna fare le comunità energetiche. La conversione del Decreto Milleproroghe è stata un momento chiave per la rivoluzione energetica italiana, già in corso anche in altri paesi europei. L’emergenza sanitaria derivante dal coronavirus, arrivata subito a ridosso, come abbiamo già commentato in questo articolo, ha stravolto l’economia e potrebbe aver dato l’impressione di un nuovo ordine di priorità. Ma non è completamente così. Anzi a ben guardare, l’energia, ovviamente quella rinnovabile, rimane in cima a quella lista di interventi necessari e indispensabili, come soluzione fondante anche per rilanciare l’economia e a cui si aggancia tutto il filone di finanziamenti europei, tanto attesi, legati al Green Deal. Non per niente giusto qualche giorno fa il Decreto Rilancio è diventato legge, e con esso anche il Superbonus 110%, e questo è un ottimo passo per rilanciare un settore in crisi come quello edilizio e, al contempo, dare un giro di vite in termini migliorativi, all’efficienza energetica media degli edifici italiani.

 

Decreto Legislativo Efficienza Energetica: un passo avanti verso gli obiettivi delle Nazioni Unite

Al Superbonus si somma un nuovo tassello: il Decreto Legislativo, di attuazione della direttiva 2018/2002/UE, relativo all’efficienza energetica, che modifica la direttiva 2012/27/UE, nel rispetto dell’accordo di Parigi del 2015.

La direttiva è chiara: il miglioramento dell’efficienza lungo l’intera filiera energetica, a partire dalla generazione, proseguendo poi per trasmissione e distribuzione, arrivando all’uso finale di energia:

  • creerà un beneficio per l’ambiente, migliorando la qualità dell’aria e, di conseguenza, la salute pubblica, e riducendo le emissioni di gas a effetto serra;
  • migliorerà la sicurezza energetica riducendo l’importazione di energia;
  • diminuirà i costi energetici a carico dei consumatori;
  • determinerà un aumento della competitività, dei posti di lavoro in tutti i settori dell’economia, migliorando in tal modo la qualità della vita dei cittadini.

Questo è ancor più importante da ricordare alla luce delle considerazioni emerse dall’incontro dei Ministri UE dell’energia di metà giugno: dalle indagini preliminari emerge una distanza considerevole tra l’obiettivo UE e il reale livello di efficienza che le misure previste oggi dalle nazioni possono portare. Per saperne di più dovremo aspettare settembre con la valutazione del nostro PNIEC (Piano Nazionale per l’Energia e per il Clima).

Nel frattempo questo Decreto Legislativo fa un passo avanti importante per l’Italia. Innanzitutto conferma l’obbligo di risparmio energetico estendendone la durata fino a dicembre 2030, scadenza per il raggiungimento degli obiettivi europei; estende poi le risorse stanziate per la Riqualificazione della PA e rafforza i diritti dei consumatori operando su misurazione e fatturazione dei consumi energetici con l’obbligo di impiego di contatori intelligenti consultabili da remoto per le letture. Un altro aspetto interessante riguarda la formazione: entro il prossimo anno deve essere predisposto un Programma nazionale di formazione sull’efficienza energetica. Questa azione mira a rendere consapevoli tutti gli attori del mondo energetico, a qualunque livello si trovino e qualunque ruolo ricoprano, pubblico e/o privato. Noi di Regalgrid non possiamo essere più concordi: la consapevolezza è fondamentale.

 

Milleproroghe: quali azioni successive sono urgenti e necessarie?

L’energia rinnovabile può fare ancora di più. Insieme all’efficienza, può diventare promotore della ripartenza e salvagente del paese per rispettare gli obiettivi delle Nazioni Unite a tema sostenibilità. Ma per farlo deve poter sfruttare il suo pieno potenziale: l’autoconsumo collettivo in comunità. La crescita dell’energia pulita, infatti, è ancora troppo lenta, sebbene la media europea rientri negli standard previsti, e solo l’unione delle agevolazioni del Superbonus con la partenza delle energy community può portare un incremento significativo.

Cosa manca quindi dal Milleproroghe a oggi? A livello propedeutico sono necessarie sicuramente procedure semplici per l’installazione degli impianti fotovoltaici e un aumento degli investimenti per tutte le fonti rinnovabili, come per esempio nei sistemi di accumulo, nella rete di trasmissione e distribuzione.

In merito alle comunità energetiche, manca un aspetto fondamentale: un quadro regolatorio che perimetri le caratteristiche di queste realtà a livello di incentivo per l’autoconsumo, modalità di compensazione, anche per le dinamiche di partecipazione di soggetti diversi, come privati, imprese e PA.

Manca poi una promozione di questo nuovo modello energetico e la formazione necessaria a creare la cultura della condivisione energetica, al pari di quella prevista per l’efficienza.

E poi cos’altro? Partire. Andare oltre le 15 realtà sostenute dall’RSE (Ricerca Servizi Energetici) in questa fase di sperimentazione. Provare, valutare i limiti e le criticità, implementare le eventuali migliorie necessarie. Per aprire le energy community serve pochissimo: rimanere nel perimetro della stessa cabina di trasformazione Bassa Tensione / Media Tensione e non superare i 200 MW nel complesso di generazione fotovoltaica e rispettare la normativa vigente.

 

Se non ora quando: trasformare l’opportunità in tempestività e preparazione

Eh sì, noi di Regalgrid ci stiamo dando parecchio da fare perché non si può e non si deve più aspettare. Per questo, per avviare concretamente le energy community, abbiamo deciso con urgenza e tempestività di concentrare la nostra attenzione su realtà che possono già partire o beneficiare delle leggi approvate. Vogliamo essere promotori di un servizio chiavi in mano per gli interventi di ristrutturazione edilizia previsti dal Superbonus, offrendo un servizio integrato per l’azienda e il privato, accompagnandoli nella scelta, l’acquisto, l’installazione, l’ottimizzazione dell’impianto fotovoltaico e dell’accumulo, dell’eventuale pompa di calore o colonnina di ricarica per veicoli elettrici. La nostra iniziativa si basa sulla volontà di rendere le persone consapevoli delle enormi opportunità che esistono ora, grazie al recentissimo contesto normativo favorevole per l’investimento in generazione, accumulo, autoconsumo, e ottimizzazione di energia rinnovabile. Partire dalla comprensione approfondita del proprio stile di consumo fino ad arrivare alla partecipazione all’interno di una comunità energetica, significa vivere da protagonisti i cambiamenti del mondo energetico. Abbiamo quindi intrapreso una collaborazione con architetti, studi di progettazione, geometri, imprese e artigiani edili, amministratori di condomini, costruttori e ristrutturatori, specialisti della filiera fotovoltaica, termotecnici, ESCO, istituti di credito e naturalmente utilities, per studiare un progetto su misura per chiunque voglia approfittare di questa occasione. Abitazioni indipendenti, condomini e realtà di social housing, ma anche capannoni di artigiani e commercianti: tutti protagonisti attivi che, con i loro tetti, possono costituire il germoglio di partenza di tante energy community locali, e diventare portavoce del messaggio propositivo di questo nuovo modello energetico, coinvolgendo anche chi non ha o non può installare un impianto fotovoltaico.

Tutto questo perché è nella nostra natura: vivere il presente per creare il futuro che immaginiamo.